Nella navata sinistra della famosa cattedrale icona della città, si cela un tesoro davvero straordinario dove, da più di cinque secoli, viene custodito un patrimonio inestimabile d’arte e di bellezza.
Varcando la soglia del Duomo di Siena, si viene sopraffatti da una sensazione di grandeur e di meraviglia che lascia senza fiato. Complici le centinaia di opere d’arte in esso conservate, dalle statue di Donatello a quelle del Bernini, al pavimento “più bello che mai fosse stato fatto” come lo definì il Vasari, alla cupola stellata che guarda l’infinito, all’architettura maestosa che la caratterizza.
In questo scrigno unico al mondo, nel 1492 il cardinale Francesco Piccolomini Todeschini, arcivescovo di Siena, fece costruire un ambiente molto speciale per raccogliere l’incredibile patrimonio librario raccolto dallo zio Papa Pio II, celebre umanista del suo tempo.
La pratica che si fa con lo studio in molti anni disegnando è il vero lume del disegno e quello che fa gli uomini eccellentissimi.
(Giorgio Vasari)
Scelse di costruire una piccola biblioteca accessibile dalla navata sinistra della cattedrale, ispirandosi alle usanze francesi dell’epoca, e commissionò al Pinturicchio, a quel tempo all’apice della celebrità, la decorazione pittorica dell’insieme. I lavori iniziarono nel 1502 e l’artista venne incaricato di rappresentare la vita di Pio II attraverso 10 scene esemplari tratte dalla biografia di Giovanni Antonio Campanaro e dai Commentari scritti dallo stesso protagonista, che vennero riprodotte sulle pareti.
Le fonti storiche ipotizzano la presenza di Amico Aspertini e un giovane Raffaello Sanzio che aiutarono il Pinturicchio a realizzare i disegni preparatori dell’impressionante opera pittorica dedicata al pontefice. Una fotografia straordinaria della vita senese di metà Quattrocento, ricca di dettagli preziosi che raccontano con dovizia di particolari usi e costumi dell’epoca.
La coloratissima volta, composta da una parte centrale di forma rettangolare circondata da vele, prende ispirazione dalle decorazioni della Domus Aurea, riscoperta proprio in quegli anni. Al centro si trova lo stemma dei Piccolomini, circondato da rappresentazioni dei Vizi e delle Virtù e di miti pagani ispirati ai rilievi presenti sui sarcofagi.
Al centro della sala è stata collocata una statua raffigurante le Tre Grazie proprietà di Francesco Todeschini Piccolomini, che, malvista per la nudità femminile che esibiva, trascorse secoli viaggiando tra la sala e il Museo del Duomo finché, nel 1972, venne nuovamente riportata alla sua sede originale grazie all’intervento dello storico dell’arte Enzo Carli allora direttore del Museo.
Sopra l’ingresso, si trova un tabernacolo raffigurante la Cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso. Su di essa, a caratteri piccolissimi e visibili solo ad un occhio attento, Francesco Todeschini fece incidere le ultime parole dello zio, per commemorarne in eterno non solo la vita grandiosa ma anche l’umana fragilità: Deum maximum et posteros of / fendi utriusque debeo neuter mihi (Offesi Iddio Massimo e i posteri. A entrambi sono debitore, nessuno di loro a me).
Il segreto
Una delle scene più famose del ciclo di affreschi vede Enea Silvio Piccolomini, allora vescovo di Siena, presiedere all’incontro pre-matrimoniale tra Federico III ed Eleonora di Portogallo. Il luogo dipinto nella scena esiste realmente e si trova a nord, fuori dalla Porta Camollia. Qui si trova ancora una colonna, eretta nel 1452 per commemorare il lieto evento.
Info utili
Siena Opera della Metropolitana
Piazza Duomo 8
53100 Siena
Tel. +39 0577 283048
Per visitare la Libreria è necessario acquistare il biglietto per la visita al Duomo sul sito del complesso museale oppure alla biglietteria interna