Dai vezzi esoterici del suo fondatore, Filippo Strozzi, grande uomo del Rinascimento italiano, al genio di uno dei più grandi curatori d’arte del nostro tempo, Arturo Galansino, da 500 anni Palazzo Strozzi è protagonista della vita culturale fiorentina.
Il palazzo, gigantesco nelle sue proporzioni, fu costruito per volere di Filippo Strozzi, politico, condottiero e banchiere italiano, il più celebre esponente di una delle dinastie più potenti d’Italia che, per conflitti politici con la famiglia dei Medici, venne allontanata da Firenze nel 1434. Grazie ai suoi successi, in particolare come banchiere a Napoli, Filippo riuscì a rientrare nella sua città solo nel 1466.
Per esibire il suo ritrovato potere, lo Strozzi decise di innalzare il palazzo più grande ed alto dell’epoca, ovviamente più di quello dei Medici, e, per farlo, acquistò e fece distruggere 15 edifici costruiti attorno allo spazio designato ad ospitare la sua dimora.
Saliva sopra l’orizonte horientale il segnio del lione che è per essere segnio fisso e reale significha l’edifizio perpetuamente durare e habitazione di huomini grandi, nobili et di buon stato.
(Libro di debitori e creditori e ricordi di Filippo Strozzi, 1484‐1491)
Fine umanista, in grado di tradurre dal latino e dal greco opere che fanno ancora testo, cognato di Lorenzo de’ Medici, amico e mecenate di Niccolò Macchiavelli, lui stesso definito come ‘principe imaginativo’ per le sue fini doti politiche, per la costruzione dell’edificio si affidò alle teorie della cabala, espressione delle leggi scientifiche che governano il mondo e anche le proporzioni dell’architettura di Palazzo Strozzi teorizzata come ideale di bellezza e perfezione matematica universale.
Così, per stabilire il momento più proprizio per la posa della prima pietra, si affidò all’astrologo Benedetto Biliotti, che consigliò il 6 agosto del 1489, sotto il segno del Leone. Inoltre, compose lo stemma della sua famiglia, tre lune crescenti che simboleggiano l’auspicio delle fortune del casato, in un moderno logo che ritroviamo in vari decori del palazzo, simbolo esoterico di aspirazione alla perfezione divina.
Filippo non visse così a lungo da vedere il suo palazzo completato, ma il logo con le tre lune è ancora lì, dopo 500 anni, a dare il benvenuto ai tanti ospiti che ogni anno visitano questo capolavoro del Rinascimento italiano, scelto come emblema della Fondazione Palazzo Strozzi, nata nel 2006 come primo esempio di fondazione culturale pubblico-privata in Italia.
Dal 2015, il direttore generale è Arturo Galansino, un dottorato di ricerca in Storia e Critica d’Arte a Torino e una carriera internazionale tra l’INHA di Parigi, il Musée du Louvre di Parigi, la National Gallery e la Royal Academy of Arts di Londra, tornato in Italia perchè attirato dalla possibilità di ricreare qui un progetto sull’esempio di quello dei grandi musei inglesi.
Una scommessa vinta che ha dato vita ad un modello curatoriale innovativo che mixa con puntuale intelligenza i più grandi artisti contemporanei internazionali, da Ai Weiwei a Marina Abramović sino a Jeff Koons, puntando su opere site specific di grande impatto mediatico, alla riscoperta dell’antico, ed in particolare i geni di gran talento ma meno conosciuti dalle masse come il Verrocchio, maestro di Leonardo.
Non senza qualche coup de théâtre. Come l’opera di JR, artista contemporaneo tra i più celebri al mondo, che ha “sventrato” la facciata del simbolo del Rinascimento a Firenze o, appena conclusasi, la prima grande esposizione italiana dedicata agli artisti della Crypto Art.
E sino al 22 gennaio 2023, Palazzo Strozzi ospita Olafur Eliasson: Nel tuo tempo, la più grande mostra mai realizzata in Italia dedicata a uno degli artisti contemporanei più originali e visionari della nostra epoca. Da non perdere.
Inoltre, non mancano le novità in arrivo: oltre a Bottega Strozzi, boutique e bookshop d’arte nato da una collaborazione con Marsilio Editori e da poco rinnovato, manca poco al lancio del nuovo cafè dello spazio museale.
(Foto mostra Olafur Eliasson copyright Ela Bialkowska OKNOstudio)
Il segreto
E per il visitatore attento e dotato di intelligente ironia, suggeriamo, al pian terreno, il parallelismo tra le due opere permanenti che racchiudono l’anima rinascimentale sognata da Filippo Strozzi per la sua città: il Modello del palazzo del 1489, unico di un edificio privato rinascimentale giunto sino a noi, e il Ritratto di Filippo Strozzi in LEGO creato da Ai Weiwei nel 2017 in omaggio alla storia di Firenze.